Anteprima Dronitaly 2018 / L'Intervista

Privacy e antiterrorismo, arriva l'anti-drone di Italia Drone. In anteprima a Dronitaly 2018. [/fusion_title]

Un sistema anti-drone per neutralizzare gli usi criminali dei mezzi a pilotaggio remoto. E’ questa la grande novità che Italia Drone presenterà nella prossima edizione di Dronitaly. La start up, nata un anno fa, ma con una lunga esperienza maturata nel mercato francese, porta in Italia un dispositivo “in grado di tutelare la privacy – spiega Federico Fogliano, amministratore delegato della Srl di Biella - importantissimo nella security legata all’antiterrorismo e in generale al controllo del territorio in occasioni di grandi eventi pubblici”.

Come e quando è nata Italia Drone? Che tipo di realtà rappresenta?

Italia Drone è una Srl nata un anno fa per lo sviluppo in Italia di un’esperienza già avviata da 6 anni dal mio socio in Francia . L’obiettivo è quello di portare nel nostro Paese delle expertise già molto presenti sul mercato francese, più maturo rispetto a quello italiano. Abbiamo la sede a Biella e Torino e ci occupiamo di servizi con i droni nell’ambito della sicurezza, cartografia, agricoltura e formazione. Offriamo percorsi formativi ad hoc per rafforzare le competenze dei piloti nella pratica professionale e nell’elaborazione dati. Infine, facciamo consulenza per la scelta del prodotto e l’applicazione nei diversi contesti.

Lei conosce bene il mercato francese. Quali sono i settori in cui c’è maggiore sviluppo nell’uso del drone e quali le differenze con l’Italia?

Quello che in Italia è successo negli ultimi 2 anni, Oltralpe è avvenuto 8 anni fa. C’è stata un’impennata del numero di brevetti e la diffusione anche in medie-piccole realtà dell’uso del drone: in agricoltura, per l’elaborazione delle immagini e il controllo dello stato delle colture, nella pubblica amministrazione, nelle mappature, anche interattive e in generale per il monitoraggio del territorio.

A Dronitaly presenterete l'anti-drone, la grande novità della vostra azienda. Di che cosa si tratta?

Siamo partiti dal mio background e da quello del mio socio nell’ambito della security per mettere in campo un prodotto utilizzabile come scudo necessario di fronte alla grande proliferazione dei droni, spesso usati anche per fini criminali. Si tratta di un dispositivo utile sia in ambito privato che pubblico a tutela della privacy, ma anche per la difesa del territorio, contro lo spionaggio o il contrabbando. Le faccio alcuni esempi. In ambito privato il nostro sistema può essere usato per blindare la privacy di una villa con piscina, magari frequentata da Vip che non vogliono essere ripresi dai paparazzi. Oppure può essere utile in caso di aziende con problematiche di spionaggio industriale: alcuni droni sono in grado non solo di captare immagini, ma anche di registrare conversazioni, violare reti informatiche o immettere virus nei sistemi telematici. In ambito pubblico abbiamo principalmente tre aree di utilizzo. In primis nella lotta al terrorismo, anche di matrice islamica. E’ possibile trovare sul web, digitando “ISIS drone” numerosissimi documenti relativi all’utilizzo di droni in Siria, Iraq e altri paesi mediorientali, con conseguente rischio elevato che queste tattiche vengano replicate in Europa. Un altro ambito di utilizzo criminoso riguarda il contrabbando, soprattutto di droga (esistono droni in grado di trasportare fino a 15 chili di materiale) e ancor di più il contrabbando verso le carceri, con tentativi di scaricare all’interno del perimetro droga, telefoni cellulari, armi e materiale pornografico. L’altro ambito di applicazione è infine, il rischio di collisioni da caduta in particolare in occasione di grandi eventi, si pensi a concerti o manifestazioni, o collisioni in volo nel caso per esempio di grandi aeroporti. Il nostro sistema è già stato installato nello scalo di Charles De Gaulle a Parigi dove riesce ad integrare i radar che generalmente producono numerosi falsi allarmi generati dal volo degli uccelli.

Come funziona il dispositivo?

E’ di produzione francese e si basa su due rilievi. La comunicazione radio tra radiocomando e drone, grazie a dei sensori che riescono ad identificare il drone ed emettono un alert. Quando il mezzo si avvicina può essere agganciato da telecamere che ne tracciano la direzione sul monitor. Si riesce a fare l’identificazione del drone e a questo punto entrano in campo le contromisure scelte dal committente. Si può scegliere di mettere semplicemente al sicuro i Vip nel caso di una abitazione privata, interrompere le comunicazioni, mandare dei controlli fisici, oppure nel caso di siti pubblici, a volte, può essere usato anche un jammer che paralizza il drone, lo isola e lo neutralizza. Ma attenzione, l’uso di questi dispositivi non è libero e va ricondotto alle Forze dell’ordine.

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