Laser e diamanti ricaricano i droni

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La ricerca promossa dal Politecnico di Losanna attraverso la spin-off LakeDiamond

[caption id="attachment_14841" align="alignleft" width="314"] Credit: LakeDiamond.ch[/caption]

Ricercatori svizzeri della LakeDiamond, società spin-off del Politecnico di Losanna (EPFL), stanno sviluppando un sistema di ricarica per droni a mezz'aria che preveda l'invio di raggi laser a un diamante ad alta resistenza, sviluppato in laboratorio e incastonato nel drone.

Il piccolo diamante è abbastanza resistente da raccogliere i raggi laser e ricaricare le celle fotovoltaiche installate sul drone. Dal momento che questo sistema funziona su lunghe distanze e non produce rischi di nota all'essere umano, potrebbe radicalmente stravolgere il bisogno di fare atterrare i droni, sia in ambito civile che militare.

I sistemi sviluppati in passato da altre compagnie e laboratori di ricerca, spesso per uso militare, richiedono laser molto più potenti e per questo pericolosi per gli uomini" ha spiegato Pascal Gallo, CEO di LakeDiamond.

In pratica, il sistema concentra la luce prodotta dal laser sul diamante, con una piccola placca di metallo che assorbe il calore generato. Il diamante sintetico esplica la funzione di componente ottico del sistema, permettendo l'assorbimento dell'energia senza danneggiare il drone. Il diamante ha un'alta trasparenza e conduttività termica, obiettivi difficili da raggiungere insieme. LakeDiamond ha impiegato 10 anni prima di riuscire a sviluppare questo componente.

Questo sistema non è destinato soltanto ai piccoli droni consumer, dal momento che il raggio laser può essere modulato e adattato alle diverse grandezze dei veicoli unmanned. "Per ottenere maggiore potenza - in modo da ricaricare un drone più grande - questi laser potrebbero essere facilmente gestiti in serie" ha affermato Nicolas Malpiece,  responsabile delle attività di irradiazione di potenza alla LakeDiamond.

Allo stato attuale, il sistema LakeDiamond è supportato e autorizzato ad operare sotto l'ombrello dello Swiss Space Office per i prossimi due anni, potendo verosimilmente anche caricare e trasmettere dati ai satelliti. Ovviamente, i casi di utilizzo di questo tipo di connessione a mezz'aria stanno soltanto cominciando a farsi conoscere attraverso la ricarica wireless aerea, ma promettono futuri e interessanti sviluppi applicativi.

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FonteTheDrive

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