Droni autonomi per la ricerca di siti di impatto meteorico

[fusion_builder_container hundred_percent="no" equal_height_columns="no" menu_anchor="" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" background_color="" background_image="" background_position="center center" background_repeat="no-repeat" fade="no" background_parallax="none" parallax_speed="0.3" video_mp4="" video_webm="" video_ogv="" video_url="" video_aspect_ratio="16:9" video_loop="yes" video_mute="yes" overlay_color="" video_preview_image="" border_size="" border_color="" border_style="solid" padding_top="" padding_bottom="" padding_left="" padding_right=""][fusion_builder_row][fusion_builder_column type="1_1" layout="1_1" background_position="left top" background_color="" border_size="" border_color="" border_style="solid" border_position="all" spacing="yes" background_image="" background_repeat="no-repeat" padding_top="" padding_right="" padding_bottom="" padding_left="" margin_top="0px" margin_bottom="0px" class="" id="" animation_type="" animation_speed="0.3" animation_direction="left" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" center_content="no" last="no" min_height="" hover_type="none" link=""]

I droni sono programmati per effettuare un volo sulla zona interessata e scattare immagini sistematiche del suolo su un'ampia area di rilevamento

[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]
Sono circa 500 al giorno i meteoriti che i riescono a sopravvivere all'infuocato viaggio attraverso l'atmosfera terrestre e cadono sulla superficie del nostro pianeta, ogni tanto anche passando sulle nostre teste. Secondo i ricercatori, la maggior parte di questi frammenti sono comunque piuttosto piccoli e meno del 2% viene recuperato. Molto spesso, infatti, la maggior parte finisce negli oceani o in aree remote e inaccessibili. Molto presto, tuttavia, ci potrebbe pensare un robot alla loro identificazione e al loro recupero. Alcuni ricercatori, infatti, hanno sviluppato un sistema di ricerca tramite droni autonomi che utilizzano l'apprendimento automatico per rilevare i meteoriti più piccoli nei luoghi d'impatto (precedentemente tracciati tramite radar Doppler, telecamere all-sky o anche telecamere di sicurezza e dashcam) o inaccessibili. I droni sono programmati per effettuare un volo sulla zona interessata e scattare immagini sistematiche del suolo su un'ampia area di rilevamento. Successivamente, l'intelligenza artificiale viene utilizzata per cercare tra le immagini e identificare potenziali meteoriti
Questa tecnologia utilizza un mix di reti neurali convoluzionali, uno degli algoritmi di Deep Learning più utilizzati oggi nella computer vision, per riconoscere i meteoriti sulla base di immagini visionate in fase di addestramento, sia immagini online che riprese di frammenti in possesso dei ricercatori. L'addestramento aiuta l'IA a distinguere rocce spaziali e pietre ordinarie, in diverse forme e su varie condizioni del terreno. I risultati, tuttavia, non sono impeccabili. C'è stata una missione di prova a Walker Lake, in Nevada, conclusa con successo ma anche alcuni falsi positivi. Ovviamente, ci vorrà un po' di tempo prima che i droni riescano ad essere abbastanza affidabili da poter fornire risultati accurati. Questa tecnologia, qualora si dimostrasse affidabile, potrebbe spianare la strada a ulteriori applicazioni per la scienza spaziale aiutando gli scienziati a individuare, e potenzialmente a recuperare, meteoriti troppo piccoli o troppo lontani. Questo, a sua volta, potrebbe aiutare a individuare le fonti da cui sono state generate e identificarne la loro composizione. I ricercatori hanno affermato che la possibilità di studiare meteoriti appena caduti è cruciale nel determinare quale famiglia di asteroidi potrebbe aver prodotto i detriti e se questi provenissero da un particolare evento di collisione.
Fonte: HDBlog

[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container][fusion_builder_container hundred_percent="no" equal_height_columns="no" menu_anchor="" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" background_color="" background_image="" background_position="center center" background_repeat="no-repeat" fade="no" background_parallax="none" parallax_speed="0.3" video_mp4="" video_webm="" video_ogv="" video_url="" video_aspect_ratio="16:9" video_loop="yes" video_mute="yes" overlay_color="" video_preview_image="" border_size="" border_color="" border_style="solid" padding_top="" padding_bottom="" padding_left="" padding_right=""][fusion_builder_row][fusion_builder_column type="1_1" layout="1_1" background_position="left top" background_color="" border_size="" border_color="" border_style="solid" border_position="all" spacing="yes" background_image="" background_repeat="no-repeat" padding_top="" padding_right="" padding_bottom="" padding_left="" margin_top="0px" margin_bottom="0px" class="" id="" animation_type="" animation_speed="0.3" animation_direction="left" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" center_content="no" last="no" min_height="" hover_type="none" link=""] [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]